Giovanni

Giovanni

Quella con Giovanni non è una vera intervista, ma una chiacchierata fra due ex studenti che dopo aver frequentato i primi due anni nella stessa classe al Calvi ed aver proseguito in sezioni diverse si

sarebbero dovuti incontrare per festeggiare i quarantacinque anni di diploma, assieme a tutti gli altri compagni di classe; purtroppo il Covid ci ha impedito di realizzare questo incontro.

Ci troviamo in una giornata di sole a prendere un aperitivo.

La classica domanda che gli rivolgo sul perché ha frequentato l’Istituto Calvi lo fa sorridere, prima di spiegarmi il motivo:

Mio padre faceva l’operaio in fabbrica ed era bravissimo nell’attività manuale, in cui io, al contrario, sono davvero negato. Il suo sogno era quello che io diventassi un perito industriale. A me piaceva e piace tuttora leggere e avrei preferito iscrivermi ad un liceo, preferibilmente il liceo classico. Niente da fare, anche perché le condizioni economiche familiari non mi avrebbero garantito di continuare gli studi all’Università, sbocco naturale per chi frequenta un liceo.

Così, quello di iscrivermi ad un Istituto per ragionieri fu una scelta di compromesso in quanto lo ritenevo un corso di studi in cui si potesse coltivare anche la mia passione per la lettura. Sotto questo aspetto ebbi la fortuna di incontrare, nel corso dei cinque anni del corso di studi, validi docenti di Italiano i quali mi sostennero nel mio amore per la letteratura.

Oltre ai docenti di Italiano c’è stato qualche altro insegnante che ha concorso in modo particolare alla tua formazione culturale e personale?

Devo ricordare la docente di Geografia economica, la quale ci stimolava ad avere una visione della sua materia che oggi si direbbe geopolitica, stimolandoci a discutere con lei e fra di noi dei temi di attualità specifici della sua materia.

Un altro docente fondamentale fu quella di Ragioneria per l’impostazione mentale che mi ha dato, per cui ogni nostro impegno doveva essere affrontato con serietà e preparazione.

Infine, non posso scordare il docente di tedesco per la lezione di vita che mi impartì. In classe quarta, alla fine del primo periodo dell’anno scolastico avevo ottenuto un voto positivo in pagella e questo mi aveva fatto prendere sotto gamba lo studio della materia nella seconda parte dell’anno scolastico perché mi ero illuso di poter vivere di rendita. Risultato: rimandato a settembre! Grazie all’interessamento di un altro docente del Calvi ebbi l’opportunità di andare in Germania, nei pressi di Colonia, dove trascorsi quindici giorni presso una famiglia, uscendo rafforzato nella mia conoscenza della lingua tedesca. A settembre mi presentai agli esami di riparazione e fui promosso con un bel sette e la stretta di mano dell’insegnante.

Dopo il diploma?

Non voglio tediarti con tutti i passaggi di azienda che hanno contraddistinto la mia vita lavorativa. Posso dire di aver iniziato a lavorare in un’azienda che aveva una ventina di dipendenti e di aver finito di lavorare presso una multinazionale con sessantacinquemila dipendenti sparsi in tutti i continenti.

Nelle varie aziende di cui sono stato dipendente non mi sono mai occupato di contabilità, ma via via di rapporti con clienti, con fornitori, di logistica, di supply chain.

Durante il Covid, ormai prossimo alla pensione, dovevo occuparmi, fra l’altro, di acquistare le mascherine protettive per i dipendenti.

Il discorso scivola nel ricordo dei compagni di classe, anche loro, oltre ai docenti, fondamentali per la formazione della personalità di una persona. Da questo punto di vista Giovanni fa una importante considerazione:

Sono fermamente convinto che gli anni che si trascorrono nei Licei o negli Istituti tecnici o professionali siano davvero fondamentali per la formazione della personalità di un giovane. Questo avrà poi delle conseguenze su quello che sarà il futuro del giovane come lavoratore e come cittadino.

Da questo punto di vista al Calvi ho avuto la fortuna di avere ottimi insegnanti e un gruppo di compagni e compagne di classe con i quali ho fatto un fondamentale cammino di crescita.